Parco dei Cento Laghi
Situato nella fascia orientale dell'Appennino parmense, il Parco tutela un'area di spettacolare interesse paesaggistico e di incredibile fascino naturale.
Ufficialmente, l'Area Protetta si chiama Parco regionale delle Valli del Cedra e del Parma, ma il nome con cui è più nota, Parco dei Cento Laghi, rimanda ad una delle caratteristiche più interessanti della zona: i segni dell'ultima glaciazione, che si manifestano nelle varie pozze temporanee, nelle diverse torbiere e nei numerosi laghi che punteggiano il comprensorio, facendo di queste vallate suggestivi luoghi da scoprire.
Nel 2001 il Parco ha ceduto parte del suo territorio originario al Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-emiliano.
Oggi il Parco regionale comprende l'alta valle del torrente Cedra e del torrente Bratica e un tratto dell'alta Val Parma.
Il territorio del parco dei Cento Laghi è unico in Appennino per la presenza di diversi laghi e zone umide .
I laghi del Parco sono di origine glaciale, situati a quote altimetriche diverse e con caratteristiche ecologiche differenti.
Ospitano numerose specie acquatiche, dalla fauna ittica, agli anfibi alle comunità zooplanctoniche.
Solcano il territorio gli affluenti dei Torrenti Baganza, Parma, Cedra ed Enza le cui acque, fredde e ben ossigenate rappresentano l'habitat ideale per la trota fario.
Nel panorama delle complesse architetture istituzionali tipiche dell'età feudale, sono tre le realtà che caratterizzano il territorio del Parco dei Cento Laghi:
Le Valli dei Cavalieri , un territorio situato lungo i versanti parmense e reggiano del torrente Enza e nella bassa Val Cedra, è un importante esempio di autonomia feudale.
Quest'area, anche a causa della sua marginalità geografica, sfuggì al controllo dei Vescovi di Parma e fu assoggettata al dominio di una potente famiglia di feudatari (i Vallisneri).
Alcuni storici attribuiscono l'origine del nome "Valle dei Cavalieri" al fatto che i Vallisneri si avvalevano di un piccolo gruppo di mercenari a cavallo per il controllo degli affari economici ed il presidio dei propri possedimenti terrieri.
Le Corti di Monchio , situate nell'alta Val Cedra e in parte della Val Bratica, furono uno dei tanti esempi dell'esercizio del potere temporale della Chiesa.
Infatti le 14 antiche Corti, che oggi corrispondono per lo più con le attuali frazioni del comune di Monchio delle Corti, furono soggette all'autorità vescovile di Parma, almeno fino alla soppressione del sistema feudale avvenuta ad opera di Napoleone Bonaparte.
Sorte simile conobbe il feudo di Corniglio in Val Parma, prima soggetto alla potestà vescovile Parma e poi all'inizio del XIII Secolo al potere di una nobile famiglia (i Rossi).
I Rossi costruirono a Bosco di Corniglio un importante castello di cui oggi non restano che alcuni ruderi. Il potere dei Rossi terminò intorno al '600 in occasione dell'avvento del Ducato dei Farnese.